L’emicrania cronica (EC) è una patologia neurologica altamente disabilitante che ha un’incidenza di circa 2% nella popolazione generale. I pazienti con emicrania cronica riportano mal di testa per più due settimane al mese e per almeno 8 giorni in un mese il loro mal di testa è gravato da una sintomatologia che rientra nei criteri diagnostici dell’emicrania. In questo caso si parlerà di EMICRANIA CRONICA. Se invece si verifica per una durata inferiore alle due settimane per mese l’emicrania viene definita episodica.
L’EC è altamente disabilitante e gravosa per i pazienti affetti a causa dei frequenti mal di testa, ipersensibilità agli stimoli visivi, uditivi, olfattivi, nausea e vomito. La società stessa risulta esserne compromessa per il non trascurabile costo sanitaro sia diretto che indiretto.
Secondo alcuni recenti studi, la prevalenza della EC appare essere in aumento nei pazienti giovani ma con un picco nelle persone di età media e declino nei soggetti di età maggiore ai 50 anni. Il picco della malattia viene riscontrato particolarmente nelle pazienti di sesso femminile nell’età compresa fra i 18 e i 49 anni.
L’EC progredisce e si stabilizza generalmente dopo un lento aumento della frequenza della cefalea nel corso di mesi o anni, processo denominato “trasformazione dell’emicrania” al quale possono sicuramente contribuire diversi fattori come disturbi o disordini del sonno, obesità, eccessiva assunzione di caffè, affezioni psichiatriche, frequente utilizzo di presidi farmacologici per ridurre l’intensità dell’emicrania, sesso femminile, stato socioeconomico non elevato. comorbidità, traumi alla testa e al collo in anamnesi ed infine, presenza di allodinia cutanea.
Per eseguire una corretta diagnosi è fondamentale eseguire un approfondito colloquio col paziente accuratamente condotto oltre che, ovviamente un esame neurologico, implementati, a volte, con esami diagnostici aggiuntivi, in modo da poter differenziare l’EC da cefalee secondarie e altre cefalee croniche primarie di lunga durata.
Il trattamento necessita quindi di un approccio poliedrico che può richiedere inoltre che il pazienti cerchi il più possibile di evitare fattori di rischio, trigger di attacchi di emicrania oltre che, purtroppo, l’abuso di farmaci che, spesso, vengono utilizzati senza soluzione di continuità mettendo così facendo seriamente a rischio il quadro generale del paziente.