La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o malattia dei motoneuroni, è una malattia neurodegenerativa progressiva selettiva dei neuroni motori, sia centrali “1º motoneurone” (corteccia cerebrale), sia periferici “2º motoneurone” (tronco encefalico, del midollo spinale). La SLA è caratterizzata da sintomi particolarmente invalidanti come rigidità e contrazioni muscolari spontanee, graduale debolezza secondaria ad ipotrofia muscolare, difficoltà della produzione verbale, della deglutizione, della respirazione, labilità emotiva.
Nel 90%-95% dei casi la causa è sconosciuta, mentre nel 5%-10% dei casi è possibile ricostruirne il carattere ereditario. La diagnosi si basa sullo studio dell’andamento clinico e sulla valutazione diagnostica.
Non esiste una cura risolutiva per la SLA. La terapia farmacologica si fonda sull’utilizzo del riluzolo che migliora le aspettative di vita dei pazienti. La malattia inizia intorno all’età di 50-60 anni; la sopravvivenza media può variare dai tre ai quattro anni e circa il 10% delle persone con SLA vive più di 10 anni. In gran parte del mondo, i tassi epidemiologici di SLA sono non ben definiti, mentre si può affermare che In Europa e negli Stati Uniti, la malattia colpisca annualmente circa 2 persone ogni 100.000 individui.
In alcuni casi tale grave condizione clinica può essere concomitante ad insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI), una affezione del circolo venoso intra ed extracranico frequentemente associata ad altre condizioni cliniche neurologiche quali la sclerosi multipla (patologia quest’ultima alla quale la CCSVI venne inizialmente correlata), la cefalea cronica, i disturbi del movimento connessi a patologie neurodegenerative o cerebro-vascolari.
Molti pazienti dopo trattamento delle steno-ostruzioni venose mostrano chiaramente un miglioramento delle funzioni motorie, della qualità dei ritmi circadiani, una riduzione dei disturbi algici articolari e muscolari, un miglioramento della capacità di concentrazione. In senso generale possiamo affermare che tale approccio chirurgico vascolare mini invasivo sia in grado di migliorare la “salute cerebrale”.
Al momento attuale, pur non essendo possibile ipotizzare una significativa modificazione dell’andamento temporale della malattia, le evidenze cliniche ci mostrano miglioramenti della qualità di vita delle persone dopo il trattamento angioplastico della CCSVI.